Il padiglione 15C del complesso Officine Reggiane è parte di un grande progetto di rigenerazione urbana in corso dall’inizio degli anni 2010 e che ha l’obiettivo di creare un polo dedicato all’innovazione, a favore della ricerca e delle imprese. Nasce così il Parco dell’Innovazione “Reggiane” nell’area occupata fin dal 1904 dalle Officine Meccaniche, un’importante azione di governance strategica del territorio da parte del Comune di Reggio Emilia e STU Reggiane.
Del grande complesso, che ospita già aziende e start up e tutt’ora in fase di ristrutturazione, il padiglione 15C è stato destinato all’Università Unimore per ospitare alcuni corsi dedicati al digitale, sia di area umanistica (Digital Education) che scientifica (la magistrale in Digital Automation Engineering) ed è stato inaugurato a marzo del 2024, con un intervento complessivo su 12.000 mq e un investimento – compreso l’adiacente B – per oltre 9 milioni di Euro.
Il IV Polo, come oramai tutti si sono abituati a chiamarlo, ospita un Auditorium di 290 posti, cinque aule singole da circa 60 posti e quattro frazionabili da 80, e due laboratori informatici. L’Università aveva già provveduto a una progettazione di base delle infrastrutture e dotazioni multimediali, migliorata grazie all’apertura di un bando al quale ha partecipato Decima 1948, che ci ha coinvolto per sviluppare una proposta progettuale.
Le richieste di Unimore miravano sia a creare auditorium polivalente e adatto a tutti i tipi di lezione e presentazione, che a un miglioramento generale del progetto tecnico iniziale, con un’attenzione specifica alla diffusione sonora e all’acustica degli ambienti e, infine, a raggiungere obiettivi di sostenibilità e risparmio energetico.
Un Auditorium polivalente con il nostro Inner
“Installare in questo contesto la prima versione di Inner è stato un grande privilegio” ha affermato Luca Dallaturca. Con un’impronta industriale che si traduce in uno spazio flessibile e funzionale, l’Auditorium è stato appunto dotato di una piattaforma Inner: in via di brevetto da parte di Cavea Engineering, si tratta di una postazione multimediale e riconfigurabile, ad incasso, che consente di ricreare facilmente e senza sforzi dal personale interno gli scenari d’uso .
Nonostante un’area palco abbastanza ridotta e la scarsa profondità del pavimento, Inner ha reso possibile ricreare:
– Un palco adatto alle lezioni frontali, con tavolo relatori ed eventualmente un podio;
– Un’area per presentazioni tipo TED Talk, nelle quali il relatore si muove liberamente;
– Una situazione tipo Talk Show, informale, con poltroncine o divanetti.
Inner è caratterizzato da elementi mobili e pre-cablati che eliminano la necessità di connettere o scollegare prese in fase di apertura e chiusura, garantendo una maggiore longevità al sistema grazie a una gestione ottimale dei cavi organizzati – rispondendo a una delle principali esigenze dei committenti – secondo precisi criteri di curvatura. È concepito per ospitare elementi da 1U Rack, dimensionati per accogliere endpoint di tecnologie AV OverIP, sia su rame che fibra, connettendo il sistema alle più moderne tecnologie ICT.
Migliorie funzionali
Abbiamo provveduto a migliorare il progetto delle infrastrutture e dotazioni multimediali introducendo vari accorgimenti.
Software di supervisione
In primis, un software di supervisione, monitoraggio delle risorse e risoluzione dei problemi, compresa la pianificazione della manutenzione. Uno strumento che consente anche al personale non formato di utilizzare alcuni scenari e le differenti funzioni di aule e laboratori.
Tecnologia USB-C
Abbiamo quindi proposto di sostituire gli switch con una matrice avanzata, ottenendo un significativo miglioramento nell’usabilità delle sale. Questa nuova soluzione, grazie a funzionalità ampliate e all’introduzione di porte USB-C, consente ai docenti di collegarsi direttamente al sistema con il proprio dispositivo, condividere contenuti e operare attraverso il proprio PC come farebbero da quello di sala. Per esempio, è ora possibile avviare una videoconferenza dal proprio laptop, utilizzando le telecamere PTZ, il sistema microfonico di sala e beneficiando della cancellazione dell’eco garantita dai DSP. In questo modo i docenti sono liberi di utilizzare gli strumenti più adatti al tipo di lezione che vogliono preparare.
Videoproiezione
Abbiamo scelto videoproiettori Sharp-Nec per la videoproiezione per due motivi principali. Per la silenziosità, perchè con livelli di rumorosità tra 28 e 30 dB(A), tra i più bassi nel settore, riducono significativamente il rumore di fondo generato dalle ventole di raffreddamento. E per la loro semplice gestione: grazie a un processore laser ottico LCD completamente sigillato, la struttura è priva di filtri, eliminando la necessità di manutenzione.
Ottimizzazione del sistema audio
Ci siamo poi concentrati sull’ottimizzazione del sistema di diffusione sonora: per le aule senza particolari criticità abbiamo previsto speaker a controsoffitto, per quelle di grande metratura e altezza abbiamo invece proposto dei vertical line array specifici per il range vocale, al fine di contenere il naturale riverbero degli ambienti; abbiamo dedicato anche molto tempo all’equalizzazione e allineamento dei sistemi misurando e tarando in campo l’impianto.
“La fase di equalizzazione del sistema audio per le aule più critiche dal punto di vista acustico – fa notare Marco Trame, Fondatore e CTO di cavea Eng – è stata condotta con particolare attenzione. Questo ci ha permesso di ottenere valori di STI superiori a quanto prescritto dalla normativa vigente”.
Sostenibilità ambientale
Ultima, ma non in ordine di importanza, richiesta del committente è stata ottenere maggiore attenzione alla sostenibilità. Abbiamo quindi programmato il software di supervisione per gestire l’accensione e spegnimento totale dei sistemi in modo automatizzato, e impostato come un controller dell’alimentazione, limitando così i consumi energetici.
Il 3 settembre scorso l’Auditorium del IV Polo è stato il luogo di presentazione – in presenza e online, ovviamente – del grande progetto Edunext, la comunità accademica che riunisce 35 Università, 5 AFAM e 25.000 docenti e ricercatori, per condividere risorse e saperi a favore della formazione digitale, in maniera trasversale e per tutte le utenze, dalle matricole al Lifelong learning.
L’Architetto Andrea Zamboni di Zamboni Associati Architettura, che ha lavorato con Cairepro alla progettazione del nuovo padiglione 15c, è specializzato nel recupero dei fabbricati esistenti: “Rigenerare credo voglia dire mantenere la memoria ma anche la presenza materica dei fabbricati. Proprio la memoria è stata il punto di partenza in questo incarico, unita alla consapevolezza che la sfida di oggi non sta nell’ampliare le città, il consumo di suolo va limitato per tantissime ragioni ambientali ma anche di qualità della vita, ma nel convertire ciò che esiste per gli usi del presente. Le Reggiane si prestavano particolarmente a essere reinventate, dato il loro carattere industriale. Abbiamo quindi disegnato una sorta di “pelle” interna in policarbonato, una facciata traslucida che lascia intravedere quanto accade dentro, e che si inserisce come struttura indipendente all’interno dei vecchi edifici. Grazie alle coperture shed, che abbiamo preservato, c’è molta luce, e abbiamo disegnato accanto alle aree in uso all’Università una piazza coperta, reinterpretando così la vecchia fabbrica.”
Abbiamo collaborato con lo studio ZAA sin dall’inizio del nostro incarico, avvenuto in un secondo tempo rispetto a quello dello studio, una volta che gli spazi erano stati definiti. Andrea Zamboni: “Abbiamo avuto molti incontri con gli addetti di Cavea, e l’Università si aspettava il massimo. La soluzione Inner ha soddisfatto tutti, perché ha saputo rispondere alle necessità della committenza di ottenere un auditorium davvero polivalente, e semplice da gestire.”
Con Zamboni si è creato subito un clima di collaborazione, e abbiamo scoperto in lui un atteggiamento curioso e aperto verso le tecnologie: “Ogni nuovo progetto significa imparare qualcosa di nuovo – ci ha detto più volte Zamboni. Mi sono occupato spesso di smart working e ogni volta ho visto come la tecnologia corra veloce. Tuttavia, come architetto ho bisogno di rimanere concentrato sul mio incarico e piuttosto avere uno specialista che mi affianchi… il mio lavoro, infatti, è anche trovare la persona giusta che mi aiuti a integrare le tecnologie nel mio progetto.”
Ringraziamenti
Desideriamo in particoalr modo ringraziare l’Architetto Anna Gelli, Direzione Tecnica di Unimore, per il prezioso supporto.